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Sabato sera, mentre andavamo a teatro, una giovane donna tedesca si è offerta di cedere il posto a mia moglie sulla gialla. Ieri l’altro è invece toccato a me essere percepito come anziano quando ho impersonato il target per la truffa dello specchietto. Se volete sapere subito come è andata a finire, vi ringrazio per l’interessamento. Non mi è stato estorto nemmeno un centesimo ma più per demerito della coppia di truffatori che per la prontezza del sottoscritto. Anzi, fino alla fine ho insistito – spinto più da quel fastidio di cacciare dei contanti che è un aspetto fondante di noi liguri, più che dal senso civico – per persuadere l’uomo, senza successo, a compilare congiuntamente il modulo di constatazione amichevole, mentre quel bellimbusto che mi fronteggiava voleva a tutti costi chiuderla lì, con qualche decina di euro brevi manu come risarcimento del danno allo specchietto che si era autoinflitto al fine di perpetrare la truffa. Ma forse il malintenzionato ha intuito di avere a che fare con un esemplare di vittima talmente dimesso che non se l’è sentita di darmi una testata, impossessarsi del portafoglio che brandivo per convincerlo a farsi una foto della mia carta di identità per poi contattare le rispettive assicurazioni in tutta calma, considerata la fretta che aveva di concludere, e lasciarmi lì, nel parcheggio semi deserto del Bennet prima dell’apertura mattutina. Invece, dopo tutta quella messinscena con chissà quale oggetto di gomma con cui ha colpito la portiera della mia auto nuova mentre lo affiancavo sulla superstrada per Magenta, ha inanellato una serie di scuse per battersela a gambe – mia moglie (la complice seduta al suo fianco) è in gravidanza a rischio, abitiamo a Torino, torniamo da una visita all’ospedale, preferisco comprarmelo da uno sfasciacarrozze che rischiare un aumento dell’assicurazione, le cavallette – e mi ha lasciato lì da solo, a prendere lentamente coscienza di quello che avevo appena rischiato. È stato sufficiente una passata con il palmo della mano sulla carrozzeria per rimuovere lo strato di gomma nera, conseguenza del colpo inferto alla macchina. Ma giuro che, fino a quel momento, nulla nella mia testa mi aveva indotto a diffidare delle sue intenzioni. Ecco perché il vero superpotere non è l’invisibilità per spiare le donne nude, tantomeno la pozione magica per menare chi ti è inviso. Se mi facessero scegliere tra i desideri impossibili so cosa farei, al netto di trascorrere una giornata a Roma ai tempi di Ottaviano Augusto. Opterei senza alcun dubbio per la capacità di mantenere la calma, analizzare a sangue freddo la situazione. Capire al volo quello che sta accadendo, agire di conseguenza e prendere la decisione migliore.

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