alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 02.10.15

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Withnail e io, “SARDROCK SAMPLER – Lo gnosticismo hooligan di Julian Cope”: in questo trascurabile aneddoto, così come in scala ben più ampia in 131, a me pare ci sia tutto Julian Cope. Uno che non sai decidere se è un mezzo genio, tre quarti di paraculo o un pazzo completo, un fanatico del rock’n’roll così come dell’archeologia “gnostica”; un esoterico gaudente e affabulatore dotato di un entusiasmo incontenibile ma anche di una soglia di attenzione non proprio altissima.

finzioni, “Sull’importanza delle fiabe della buonanotte e il ruolo dei papà”: Stando allo studio americano, quando è il papà a leggere le storie della buonanotte, la testa dei bambini sotto alle coperte lavora molto più del solito e viene stimolata a prender parte a molte più “imaginative discussions” della media. Secondo la dottoressa Duursma, sono poi in particolare le bambine a trarre più vantaggi di tutti dagli scambi col papà, ma forse perché la pratica della lettura in sé viene a quanto pare associata a tutto ciò che è femminino, piuttosto che maschile. Ma a prescindere dalla natura del leggere in sé, rimane il fatto che “L’impatto della lettura sul bambino è enorme, specialmente se i padri iniziano a leggere ai propri figli già prima dei due anni.”

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 01.10.15

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Massimo Mantellini, “Il cretino come modello di business”: La prevalenza del cretino sui media italiani riguarda ormai ogni ambito: dalle interviste sui giornali ai talk show televisivi accanto al polemista di professione (una specie di caratterista TV travestito da esperto di qualcosa che viene però chiamato a discutere di tutto il resto) è prevista la figura dell’impresentabile. Ogni schieramento politico sfodera i suoi.

NPR, “Twitter Has A 136-Page Handbook For Politicians And It’s Hilarious”: Twitter seems simple — just type in 140 characters and hit enter, right? But Twitter can be tough. Building an audience. Keeping that audience. Finding a voice. Cutting through all the chatter. It’s a lot, especially if you’re a busy elected official. Well, elected officials, fear not! Twitter itself is here to help. NPR recently discovered that the social media giant has a very special handbook just for people running for elected office. And it’s 136 pages long.

Dudemag, “Netflix Italia: un po’ di motivi per non crederci troppo”: Nonostante l’euforia generale nata dall’annuncio dell’arrivo di Netflix in Italia, esiste più di un dubbio intorno allo sbarco dell’internet tv di Reed Hastings fissato per il 22 Ottobre, nel nostro paese. Di cosa si tratterà veramente? Ecco qualche informazione preliminare.

Il Post, “Cari elettori, care elettrici”: Mercoledì 23 settembre è stata inaugurata nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, a Roma, la mostra “Cari elettori, care elettrici. Le immagini della Prima Repubblica nelle Tribune della Rai”. La mostra, che sarà aperta fino al prossimo 8 ottobre, presenta immagini e filmati d’archivio di “Tribuna Elettorale”, una rubrica televisiva dell’allora Programma Nazionale della Rai (oggi Rai 1) per la propaganda elettorale e la discussione politica. Il dibattito politico in televisione, che oggi associamo istintivamente ai talk show, è cominciato con “Tribuna Elettorale”: la prima puntata andò in onda l’11 ottobre del 1960 alle 21 per volere del governo guidato da Amintore Fanfani.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 30.09.15

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The New Yorker, “When Gentrification Is Good”: Cities can’t win. When they do well, people resent them as citadels of inequality; when they do badly, they are cesspools of hopelessness. In the seventies and eighties, the seemingly permanent urban crisis became the verdict that American civilization had passed on itself. Forty years later, cities mostly thrive, crime has been in vertiginous decline, the young cluster together in old neighborhoods, drinking more espresso per capita in Seattle than in Naples, while in San Francisco the demand for inner-city housing is so keen that one-bedroom apartments become scenes of civic conflict—and so big cities turn into hateful centers of self-absorbed privilege. We oscillate between “Taxi Driver” and “The Bonfire of the Vanities” without arriving at a stable picture of something in between.

mentelocale, “Vivere in Liguria? Sogno impossibile. Torno a Berlino”: La storia di Stefani Majer. Che si è innamorata della Valle Arroscia. Per restare le ha provate tutte, con mille lavori e una figlia da crescere. Ma è stata costretta a tornare in Germania.

doppiozero, “Ciao! Sono la Stefi”: C’ero anche io tra le migliaia di bambine che alle elementari aspettavano ogni settimana le strisce della Stefi sul Corriere dei Piccoli, pubblicate regolarmente dal 1976 e oggi ospitate di tanto in tanto dal Corriere della Sera.

prima o poi l’amore arriva. E t’incula, “Appunti sull’amicizia femminile, non necessariamente in ordine di importanza”: Improvvisarsi cupido per un’amica single è pericoloso, affermarlo rischiosissimo. Agire nell’ombra, tramare organizzando cene e incontri solo apparentemente casuali? È ok. Dichiarare le proprie intenzioni? È male. Per me corrisponde a quando prima del compleanno una persona cara ti dice: “ti ho preso un regalo, è perfetto per te” e tu immagini come minimo un paio di Louboutin e invece ti becchi le Nero Giardini. Allora lì ti fai le domande importanti della vita. Perché le Nero Giardini a me? Lo stesso succede con l’incontro che segue la promessa densa di attese del “siete fatti l’uno per l’altra” solo che con le Nero Giardini ci devi passare la serata.

sto bene solo se dopo una strofa di otto battute subentra il ritornello

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Se volessi prendere questo argomento alla lontana vi ricorderei che la ciclicità è un aspetto fondamentale della nostra natura, probabilmente – ma non sono io il primo a dirlo – per via del giorno e la notte, poi le stagioni e gli anni e persino la vita e la morte ma che è già un ciclo di cui faremmo volentieri a meno. Possiamo dire però che la reiterazione è ciò che ci dà più sicurezza di ogni altra cosa. Siamo qui a rimandare a domani, al mese prossimo, all’estate del 2016 e così via proprio perché non c’è nulla di così certo come il sole che sorge eccetera eccetera. (Pausa tocca-ferro).

Al contrario le cose che iniziano e cambiano in continuazione sono quelle che ci fanno sentire dei fighi assoluti e anticonformisti ma alla lunga perché fare delle cose belle una volta sola e poi non ripeterle più per fare altre cose belle il giorno dopo? Mi seguite? Si tratta di un corso che rende irrequieti perché non sai mai cosa c’è dopo. Questa è filosofia? No, solo che pensavo che le canzonette ma anche certi canti tribali e i mantra religiosi vanno avanti a iosa ripetendo pattern fino a tirarci scemi ma non perché gli autori ci credono scemi e per farci capire un concetto pensano di ripetercelo a iosa. No, non funziona così. Un manciata regolare di battute, con la relativa sequenza di accordi, ritmo, e tutti gli orpelli sonori che volete, inizia e proprio nel suo svolgersi cattura la nostra attenzione perché affine al nostro gusto, quindi si avvia alla chiusura e già noi cambiamo umore perché temiamo che quella bellezza possa finire e invece no.

L’astuzia del compositore sta proprio nel ripeterla in un numero di volte sufficiente a soddisfare la voglia di risentirla ma non in eccesso in modo da non rompere i maroni. Quindi è giusto interrompere a un certo punto una parte musicale che piace così fai venire all’ascoltatore la dipendenza e la voglia di stare lì fermo ad aspettare che inizi. Un processo proustiano, forse, ma cercate di non sopravvalutarmi.

Pensavo a questo concetto perché c’è tutto un filone di musica che viene definito colta. La musica classica ed il jazz, per esempio. Vi risulta, corretto? Bene, perché è colta? Perché per ascoltarla occorre mettere un filtro alla pancia, che è quella che borbotta se ha fame di ritornello dopo otto strofe, e agire con la testa, con la mente, con l’intelletto ed essere pronti a quella cascata di divenire che dalla prima nota in poi è tutto un diversificarsi, un separarsi, un variare, un improvvisare con frasi uniche che non si ripeteranno mai più. Questo ci trasmette insicurezza e solo la razionalità che ci può imporre la convenzione culturale o il non aver paura del vuoto che ci può essere dopo una curva di una strada che non conosciamo, ci permette di arrivare fino alla fine. Quindi la differenza con il pop sta tutta qui? All’inizio ero consapevole di dove volessi arrivare, poi tutto questo cambiare discorso boh, non ricordo più che cosa volevo dire.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 29.09.15

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Il Post, “Il formidabile libro di Dave Eggers”: È tutto dialoghi, ed è quasi un film, sulle ragioni folli e sensatissime di un sequestratore che vuole delle risposte.

booksblog, “Jonathan Franzen, Internet e il giornalismo a rischio”: Ho seri problemi con chi dice che i giornalisti non ci servono più, perché tanto abbiamo i leakers, i citizens journalist, il crowd sourcing o i blogger. È un cammino che porta a una cittadinanza disinformata, oppressa e uniformata, perché non c’è nessuno che cerca responsabilmente di riportare cosa succede. Solo opinioni personali, spesso opposte e violente, non digerite. Chi urla più forte ha ragione. Penso che sia sbagliato diffondere così l’informazione.

TagliaBlog, “Cos’è la Fuffa (e come evitare i Fuffaroli)”: Abbiamo il dovere di combatterla per evitare che i potenziali clienti si convincano che Internet sia un luogo affollato da clown e venditori di false pozioni miracolose, un posto dove NON esistono professionisti in grado di aumentare il fatturato di una azienda, ma solo furbetti abili a sfilare soldi dalle tasche di poveri sprovveduti. Insomma, tollerare troppo la fuffa e i fuffaroli rischia col tempo di inquinare il settore dove operiamo, impoverendolo e svuotandolo di valore. Ecco quelle che sono, a mio modesto parere, le 2 principali leggi della fuffa.

doppiozero, “Ordini del discorso amoroso”: Barthes, d’altronde, avrebbe dovuto avere piuttosto chiare le contemporanee considerazioni di Foucault sul potere, sulla biopolitica, sulla governamentalità. Se non avesse fallito nell’impresa di tenere insieme il proprio desiderio di scrivere tra le pagine più erudite sul tema dell’amore e le suggestioni derivanti da tali concezioni meno moderne del potere, avrebbe infatti potuto ben intuire non solo che l’amore è uno dei temi trainanti del marketing e che il potere politico, quand’anche in ritardo, deriva i propri paradigmi di giudizio dal primo, ma avrebbe forse anche evitato di lasciare totalmente silente un’altra questione – anch’essa riconducibile al problema del potere, e in particolare a quella forma che il potere assume quando esso è l’effetto, del tutto materiale, di norme non scritte e immateriali.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 28.09.15

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The New Yorker, “The art of witness”: Primo Levi’s Indestructible Humanity. Even as he chronicled the moral atrocities of the Holocaust, Levi never lost his narrative imagination or his sense of irony.

Internazionale, “Il complicato ritorno dei dischi in vinile”

Soft Revolution, “La mia esperienza in officina, ovvero il duro percorso delle ingegnere”: La cosa più bella di questi mesi è stato sicuramente il rapporto che si è creato con i meccanici: mi hanno fatto sentire parte della loro squadra, coinvolgendomi sia professionalmente che umanamente, e hanno reso le giornate lavorative meno pesanti e molto divertenti. Hanno contribuito alla mia formazione senza nessun senso di superiorità e sono stati molto disponibili in tutto. Ma, soprattutto, mi hanno sempre incoraggiata a continuare questa strada, senza mai fare battute sul fatto che fossi donna o dire qualcosa di anche solo vagamente sessista.

Finzioni, “La libreria di Tokyo che vende un solo libro alla settimana”: Dopo il Book and Bed – un originale ostello libreria – dal Giappone arriva un’altra novità curiosa in fatto di libri. La libreria Morioka Shoten & Co., aperta lo scorso maggio nel quartiere Ginza di Tokyo, ha scelto un modello di business abbastanza singolare: vende ai clienti un solo titolo alla settimana. Il motto della libreria è «Issatsu, isshitsu», cioè «una stanza, un libro», rispettato pienamente nella realtà. Il proprietario e libraio Yoshiyuki Morioka fa della selezione il punto di forza: propone un solo titolo, presente in un’unica stanca per sei giorni, dal martedì alla domenica.

Distanti saluti, “Le Iene e l’Addetto al Tormento”: Mi piacerebbe dire che non guardo i servizî delle Iene, neppure sui temi che mi interessano, perché hanno un approccio sensazionalista e allarmista (oltre che antiscientifico) a ciò che trattano, vedi Stamina. In realtà non li guardo, neanche quando potrebbero lontanamente interessarmi, perché mi fa stare male vedere l’Addetto al Tormento™. Io vedo questo tizio, paladino di non si sa che verità, insistere, e insistere, e insistere (e chissà quanta altra insistenza è tagliata nel montaggio) con quello che hanno stabilito essere il cattivo di turno: provando a seguirlo in casa, in ascensore, in ufficio. Spintonandolo, mettendo il piede dentro la porta, dicendo frasi a effetto con il solo intento di farlo arrabbiare.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 27.09.15

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doppiozero, “La fedeltà del traduttore”: Il mio punto di partenza è la scrittura. In seguito il mio percorso ha virato verso la traduzione, ma la scrittura letteraria rimane sempre per me qualcosa che “esiste”, che c’è, anche se sottotraccia. Dopo un periodo di primo rodaggio come traduttrice, quando ho preso il volo, ho cominciato ad avere l’impressione che la mia parola potesse attivarsi solo in funzione della parola di un altro. Ogni volta che rileggo le mie traduzioni, anche a distanza di anni, rimango molto colpita dall’alchimia della mia lingua a contatto con la lingua di un autore.

Internazionale, “Il fascino degli impostori”: Bugiardi incalliti, mentitori seriali, truffatori, artisti del plagio. Alcuni sono finiti in miseria dopo essere stati sbugiardati, altri hanno fatto talmente tanti soldi, convincendo milioni di persone della propria impostura, che ne sono tutto sommato usciti indenni.

Gli Stati Generali, “Giovanni Lindo Ferretti, dall’Urss ad Atreju”: Diceva un vecchio adagio che non bisognerebbe mai fidarsi troppo di chi è diventato un punk dopo l’adolescenza. Giovanni Lindo Ferretti punk lo è diventato intorno ai trent’anni, dopo aver lavorato come operatore psichiatrico.

Il Post, “La musica dei trailer”: La gran parte delle volte non è quella della colonna sonora del film: ci sono società che producono solo “musiche da trailer”.

Linkiesta, “L’utopia di Mattei: l’indipendenza energetica di un Paese senza energia”: Gli americani, però non mollano, e spingono affinché Mattei sia dimissionato, per poter usufruire delle ricerche di Agip ed estrarre a loro piacimento in Italia. Mattei viene rimosso dal vertice di Agip, di cui diventa membro del Cda, e in cambio gli viene offerto un posto da parlamentare Dc alla consulta nazionale prima e in parlamento poi. È il 1945. 99 su 100 si sarebbero arresi. Mattei si è conquistato la tranquillità, un posto sicuro da peone del nascente establishment democristiano, che di lì a tre anni avrebbe trionfato alle elezioni e sarebbe rimasto al potere per cinquant’anni.

Pithcfork, “Learning to Love Low Bit Rates”: For a certain point on the timeline of music discovery, quality wasn’t a defining factor. In the dawn of mp3 players, the big draw was the amount of music you could carry with you. “Your entire library in your pocket” is how Steve Jobs put it when he introduced the iPod in 2001. When filesharing subsequently exploded, there were no rules. Low bit-rate mp3s colored the experience of music discovery in the early 21st century.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 26.09.15

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The New Yorker, “In cold blood”: This was the 1rst part of a four-part series. The pieces became the book “In Cold Blood,” published by Random House. Part I is republished with permission of The Truman Capote Trust.

doppiozero, “Somiglio alle mie scarpe”: Poi ce l’avete fatta, mi avete indossato anche questa volta…” Loro due mi hanno guardato così intensamente, intrise di quell’umidità assorbita nelle ore tra foreste, pinnacoli e pascoli solitari, camminando come se nuotassi nell’Oceano Tetide. È così che all’improvviso ho visto il mio volto nel loro: la stessa espressione pensosa. Assomigliavo a loro. Anzi, io ero le mie scarpe.

l’undici, “Lituania: il basket è vita”: C’è qualcos’altro, nella vita della popolazione lituana che li scalda, o che per lo meno li distoglie da questo clima rigido: il basket. In Lituania, il basket è sport nazionale. Lo si capisce da come i tifosi (davvero di tutte le età, dai ventenni ai sessantenni) hanno invaso le strade di Lilla e dintorni durante gli Europei in Francia. Contro la Serbia in semifinale i lituani erano almeno 5mila. Tanto entusiasmo, tanta vitalità per uno sport che riesce ad appassionare davvero tutti.

Note In Lettere, “Once you try black, you never go back. Perché Little Richard dovrebbe essere nei libri di storia”: Little Richard è l’inventore del rock ‘n’ roll. Sì, avete letto giusto: colui che ha inventato il rock ‘n’ roll. Ora potremmo stare a discutere per giorni su questa affermazione, dividendoci tra quelli che presidiano il ruolo chiave di Elvis nel traghettare il sound nero al pubblico bianco per renderlo definitivamente altro dal rhythm & blues, quanti perorano il riconoscimento del ruolo di Chuck Berry come vero trait d’union tra vecchio e nuovo blues, tra bianco e nero, tra rurale e urbano, e coloro che, invece, non vogliono vedere ingiustamente poste in secondo piano figure chiave come Carl Perkins, Gene Vincent, Jerry Lee Lewis o persino Ike Turner. Non è questo il punto. Little Richard ha inventato il rock ‘n’ roll perché Little Richard è il rock ‘n’ roll.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 25.09.15

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Lunanuvola’s Blog, “La donna televisiva”: Può cambiare nome e qualche tratto del viso, o mostrare una leggera differenza d’età, ma è sempre lei, cascata di capelli biondi – gambe lunghe – pose e abiti “sexy”.

Il deboscio, “ERRI DE LUCA O IL GAG REFLEX DELL’ANIMA”: Avrete tutti un amico o un’amica su FB che posta di continuo quegli aforismi di merda di Erri de Luca, magari copiati e incollati con terribili font da analfabeta su disgustose immagini prive di diritti e di umana dignità. Frasi inzuppate di retorica come i biscotti del discount nel caffelatte della miseria. Una retorica falsa, rancida, partenopea nel modo più sbagliato e deteriore, che puzza di treno e di baffi unti di bugie, code alla posta e MS morbide. Insomma: il gag reflex dell’anima.

Nessuno dice libera, “Non ditelo agli altri”: Non tradirei mai un gesto d’amore, quale il voler tutelare la propria famiglia dall’arrivo del dolore, anche se non servirà a nulla, la malattia ci penserà da sola a presentarsi senza invito.

Pitchfork, “British Spies Named Massive Online Surveillance Program After Radiohead’s “Karma Police”: The Intercept says the program’s code name wasn’t discussed in the documents, but that its goals were explicitly stated: to provide GCHQ with “either (a) a web browsing profile for every visible user on the Internet, or (b) a user profile for every visible website on the Internet.” The metadata information was collected in bulk, and analyzed afterwards for signs of conspiracy—such as trying to track down the listeners of an internet radio station that frequently broadcasted recitations from the Quran.

alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 24.09.15

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menteminima, “Che importa se la gioia è di turno altrove”: Ieri ho saputo che Stefano è malato. Un male che non perdona hanno detto e a me è venuta una rabbia cattiva perché se si nomina il perdono a me viene in mente la colpa, il peccato, e che cazzo di peccato può aver fatto Stefano per poi ammalarsi.

Gli Stati Generali, “La Milano che non ti aspetti: notizie da una città che sta cambiando”: Cittadini, attivisti, imprenditori, agricoltori, amministratori, insegnanti… una “moltitudine inarrestabile” che sta cambiando l’Italia dal basso, con iniziative virtuose e di successo. Italia Che Cambia vuole raccontarle e farle interagire, partendo da una grande rete virtuale, che si dirama e si concretizza in tanti nodi territoriali reali, in contatto fra loro. Una delle comunità più attive è quella milanese, che può contare su un gruppo operativo di diverse persone, che già da alcuni mesi stanno tessendo una rete che unisce le realtà del cambiamento nel capoluogo lombardo.

Fabristol, “Tutte le abilità umane in un’unica persona”: Ognuno di noi ha il talento per diventare un soldato, un costruttore/creatore, un leader, un artista, un religioso/veggente, un genitore ecc. Questo “talento” è scritto nei geni e le capacità che fanno un soldato quello che è (tribalismo, aggressivita’, istinto protettivo nei confronti del territorio, sottomissione ai leader ecc.) derivano dalla combinazione di centinaia di geni diversi. Geni che controllano sviluppo fisiologico e quantità di neurotrasmettitori, ormoni ecc. Ognuno di noi ha questi geni ma solo in alcuni questi vengono accesi e creano la combinazione necessaria per creare la casta. Queste caratteristiche vengono spesso attivate o rinforzate dall’ambiente (epigenetica) ma al contrario delle formiche non tutti riescono ad attivare tutti i geni. Questa totipotenza è appunto solo in potenza: tutti sono in grado di guidare un auto ma solo alcuni eccellono nel farlo. Ed ecco che entra in gioco l’eredità familiare, ovvero certi talenti si trasmettono di padre in figlio. Un giusto mix tra genetica e ambiente.