meglio cambiare aria

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In certi ambienti è considerato un comportamento cafone, quando la produci ti guardano con quell’aria pregna di alterigia che sta a significare che loro una cosa così non l’avrebbero mai fatta, né in pubblico e soprattutto non davanti a persone così raffinate, come si ritengono. Ma a volte scappa, te la senti lì pronta e non riesci a resistere, perché ti senti stimolato da quell’atmosfera così piatta, e tu sei abituato invece a sguazzarci dentro tra persone come te che le ripetono in continuazione, anzi più marcate sono è più gusto c’è, saturano l’atmosfera intorno, si confondono l’una con l’altra, sono le benvenute. Invece poi ti coinvolgono in situazioni così perché sanno che sei uno che ha alle spalle esperienze diverse, background molteplici, vieni dalla strada ma hai anche un po’ di cultura, sei stato a contatto con un paio di persone di quelle che contano, che nell’ambiente sono considerati dei maestri, quindi potresti anche stare alla perfezione con loro. Però la vita, si sa, non è a compartimenti stagni, non è che puoi snaturarti a seconda delle persone con cui ti trovi, giusto? Uno ha l’indole in un certo modo e prima o poi viene fuori, l’educazione se ce l’hai o no si vede e non riesci a imbrogliare il prossimo. Quindi a un certo punto senti che puoi liberarla perché hai capito che è il momento giusto e quando si libra nell’aria ormai i giochi sono fatti. Lo sdegno si trasmette da persona a persona come una scossa elettrica tra mezzi conduttori, e capisci che l’ultimo della catena sei tu, il malessere e la colpa dell’aver deturpato le vibrazioni positive dell’ambiente con qualcosa di così avulso – secondo loro, chiaro – sono tutte indirizzate verso di te. Addirittura a me è capitato che tutti si fermassero, e il più diretto di loro mi dicesse senza mezzi termini che non ci si comporta così, per cortesia evita di suonare quella nota così fuori dalla tonalità, troppo difficile da comprendersi, mica siamo dei fottuti musicisti jazz che possono mettere la quinta diminuita (o quarta aumentata) in una sequenza di accordi lisci che dev’essere assolutamente libera da armonie oblique. Niente alterazioni, troppo complicato. Noi facciamo indie pop, che diamine.