lavori che farei

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Con questo post inauguro una nuova categoria, lo “Spazio Pour Parler”, già usato in decine – centinaia direi – di conversazioni reali nel corso di momenti conviviali e tempi morti di pendolarismo, incentrate su argomenti inutili tendenti al dannoso. Esiste – e qualcuno lo può confermare – persino un jingle a introdurlo. Allora…

Spazio Pour Parler! – prima puntata
Il problema è che tutti fanno elenchi cavalcando l’onda di “Vieni via con me”, a me non ne è ancora venuto uno brillante, da blog, per intenderci. Mi limito quindi a giocare la mia carta-elenco con questa inutile lista di “lavori che farei”. In ordine sparso.

# il tastierista dei Subsonica
# il traduttore dei romanzi di Paul Auster
# il copywriter delle campagne di comunicazione del Partito Democratico, a livello nazionale
# il copywriter delle campagne di comunicazione di Nichi Vendola
# il responsabile comunicazione di una giunta di centro-sinistra di un Comune dalle profonde radici PCI
# il tastierista dei National (lasciando quindi i gemelli Dessner liberi di suonare i loro strumenti a corda)
# il traduttore dei romanzi di Percival Everett
# il maestro elementare in un comprensorio sperimentale alla fine degli anni ’70
# il traduttore dei romanzi di A. M. Homes
# il copywriter alla Armando Testa
# l’insegnante di Italiano, Latino, Storia e Geografia in un Liceo Scientifico
# il tastierista degli Interpol
# l’insegnante di materie letterarie in una scuola media
# il responsabile comunicazione del Partito Democratico, a livello locale
# lo scrittore di nicchia (tipo Percival Everett, che a conoscerlo, almeno su Anobii, siamo non più di cento in Italia)
# il sound designer
# il blogger di grido (tipo quelli che postano articoli su Il Post)

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