per chi ama bere solo champagne come una modella qualsiasi

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The model, o Das Model per i crucchi, è uno dei brani più conosciuti dei Kraftwerk perché ha una struttura/canzone piuttosto tradizionale (e molto poco Kraftwerk), motivo per cui la sua notorietà travalica l’impervio territorio dei tradizionali amanti della musica elettronica propria del quartetto di Düsseldorf. Si tratta di una ballata che chiunque, con una chitarra o un altro banale strumento acustico, potrebbe riprodurre e sicuramente da qualche parte nell’Internet c’è un Nouvelle Vague o un Senor Coconut o qualche omologo progetto che ha rivoltato Das Model come un calzino oltraggiando l’austero messaggio d’amore con cui è stata composta, se volete divertirvi fate pure, io mi accontento della versione dei Demolition Group che è l’unica che merita qualcosa.

In realtà The Model l’ho suonata anch’io, in uno dei miei innumerevoli e più remoti “act” musicali a cui ho prestato il mio mediocre estro elettronico, ma soprattutto l’ho ballata durante il capodanno 78/79 nel corso di una festa nella villa di una mia cugina ricca che aveva il fidanzato coi Ray Ban scuri (anche la sera dell’ultimo dell’anno) e che aveva portato il disco. Poi qualcuno degli adulti si era impadronito dello stereo e aveva messo uno dei soliti disco-samba qualunque per introdurre un duo di uomini già ubriachi e travestiti da donna che si erano esibiti in un numero di dubbio gusto. Forse è anche per questo motivo che The model, o Das Model per i crucchi, è uno dei brani che preferisco in assoluto, non solo dei Kraftwerk ma anche in generale.

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