tappi di plastica, un nuovo modello di business

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Ho fatto la pratica della scuola guida su una Renault 5 che è una di quelle macchine che prima o poi torneranno in commercio, come è già successo per la Cinquecento e come succederà per la R4, la Due Cavalli, la 127, la Dyane 6 e il Maggiolino come l’abbiamo conosciuto noi, non come quella specie di 313 dai colori inesistenti in natura – appannaggio di fighetti e calciatori – che si vede in giro da qualche anno. Vedo spesso una Renault 5 di quel colore che avevano tutte le Renault 5 parcheggiata nei pressi della stazione del passante di Porta Vittoria, lo stesso in cui sfondano i vetri delle auto ogni due per tre. Ma i finestrini della Renault 5 non credo che temano per la loro incolumità. Nessuno ruberebbe una Renault 5 e se vedeste quello che contiene, le volte in cui contiene qualcosa, capireste il motivo. La Renault 5 che vedo io a volte ha lo schienale dei sedili posteriori reclinato e il vano che risulta dall’unione con il bagagliaio è occupato da sacchi di nylon enormi, pieni fino a scoppiare di tappi di bottiglie di plastica.

Avrete anche voi un parente, un amico, un vicino di casa o un collega che raccoglie tappi di bottiglie di plastica da donare poi in fantomatiche iniziative di beneficenza, associazioni del no-profit e volontariato. In rete ci sono diverse spiegazioni e mi pare che la fondatezza della cosa sia provata, ma non vi nascondo che, visto il proliferare dell’attività, all’inizio mi aveva causato qualche dubbio. Sembrava più, infatti, una leggenda metropolitana, quelle cose che si estendono a macchia d’olio fino a quando assurgono a verità con uno status di fondatezza visto che lo fanno tutti, un po’ come, ancora a proposito di plastica, le bottiglie piene d’acqua per tenere lontani i cani dalla proprietà privata.

Ma separare queste e tutte le bottiglie di plastica dai loro tappi impedisce di comprimerle adeguatamente per risparmiare spazio nei contenitori della riciclata in casa, lo se che non è un problema insormontabile ma sotto al mio lavandino ora più di tre bottiglie stappate da due litri non ci stanno e occorre fare più viaggi per sbarazzarsene, mentre con il tappo si possono comprimere e accartocciare, questo perché mettere da parte i tappi di plastica è una pratica comune anche in casa plus1gmt.

Non c’entrano niente, invece, le operazioni di sicurezza prima dei concerti, quando gli addetti grandi e grossi e spesso con look poco raccomandabili ti strappano il biglietto e ti fanno entrare solo con bottiglie di plastica a cui hanno rimosso e gettato via il tappo oppure le bevande nei bicchieri e, anche in questo caso, su Internet c’è tutta una letteratura a proposito ma con la quale non tutti sono d’accordo. E se avete un minimo di spirito imprenditoriale eccovi servito su un piatto d’argento un nuovo business: vi piazzate all’ingresso dei concerti con i sacchi da riempire dei tappi, separati dalle bottiglie e requisiti a chi vuole entrare, da vendere poi al proprietario della Renault 5 di Porta Vittoria con il quale, se non lo conoscete, posso fare io da intermediario così magari è la volta che ci guadagno qualche cosa.

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