hai chiuso

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Il colpo più duro non è stato passare da carta e penna al pc, ma dal pc al touch. Questo è un dato di fatto. Avere tra le mani un dispositivo riconducibile alla categoria degli elaboratori elettronici, giusto per utilizzare una locuzione un po’ desueta, ma privo di certe comodità alle quali la tastiera figlia della macchina da scrivere (o macchina per scrivere, per i puristi della lingua) ci aveva abituati, non è stato per nulla indolore. Se pensiamo infatti di considerare la componente extra-telefonica di uno smartphone alla stregua di un computer qualsiasi sbagliamo di grosso. Nel bene e nel male, intendo. Nulla può sostituire invenzioni fondamentali come i tasti funzione o le combinazioni per eseguire determinate operazioni – dal comune ctrl+c ctrl+v al comodo printscreen passando per i caratteri speciali e le vocali accentate come le utilizziamo noi italiani – che l’uso di un dispositivo touch preclude. Ovvio che, trattandosi di marchingegni dalla form factor ridotta all’osso, un’alternativa è impossibile. Poi ci sono altre componenti però dovute al sistema operativo che proprio non mi vanno giù, a partire dal fatto che le app non si capisce mai se le hai chiuse o no dopo esserne uscito, perché poi si scopre che le hai sempre pronte al richiamo e consumano memoria e batteria. Il software tradizionale, quello che lavora duramente per noi dentro ai pc, una volta che hai scelto l’opzione chiudi, quit o exit che sia oppure composto l’acrobatica – se eseguita con una mano sola – combinazione alt + F4 per mandarlo a nanna, estingue la sua istanza e chi si è visto si è visto, anche a volte a scapito del file su cui si stava lavorando. Le X sulle finestrelle dello smartphone invece sono intanto troppo piccole per chi ha i ditoni e i falangioni come il sottoscritto. Poi si dimezzano, una volta premuto, o resta l’icona attiva nella barra in alto e cosi ci si deve ingegnare con altre azioni a caso per terminare definitivamente l’esecuzione. Per poi ritrovare la stessa pagina ancora attiva altrove, insieme alle decine di altre app consultate che si credeva di aver terminato e invece ciccia. Un bel pulsante di logout e chi si è visto si è visto sono in poche app ad averlo. Un pulsante che azzera completamente la presenza come un task manager qualsiasi. Non ho mai capito da dove derivi questo approccio al funzionamento dei programmi. Sembra che chi ha inventato l’Android lo abbia fatto apposta come vendetta per la gente comune che è diventata grande con Windows 3.1.

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