il gruppo del sabato

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La lezione del sabato pomeriggio la aspetto tutta la settimana. Il gruppo coinvolto è composto da quattro bambine della classe fuori del comune e davvero simpatiche. Non che gli altri siano da meno, per carità. Il fatto è che se, anche se facciamo matematica, il sabato pomeriggio – subito dopo pranzo – siamo tutti molto più rilassati e studiare è davvero un gioco. La didattica a distanza, soprattutto per la scuola primaria, ha reso inadeguati tutti gli standard in termini di fasce orarie e giorni feriali/festivi in cui organizzare le lezioni, come del resto è accaduto per tutte le altre attività della vita quotidiana e dell’economia ai tempi del coronavirus. Con i bambini più piccoli, non indipendenti nell’utilizzo della tecnologia, c’è bisogno della disponibilità dei genitori. E se i genitori lavorano, gli insegnanti si devono adattare. A me non pesa per nulla, tanto sono comunque a casa. Anche quello dell’insegnante, di questi tempi, è un remote working/smart working a tutti gli effetti, in cui si lavora per obiettivi. Ai più rigidi paladini del cartellino timbrato, posso dire che l’ora non prevista del sabato pomeriggio posso recuperarla senza problemi in un giorno qualsiasi. Comunque con il gruppo del sabato è come chiudere il pranzo con i pasticcini. Sono quattro bambine sempre sorridenti e, per questo, non perdo l’occasione di far leva sul loro buonumore per sfidarle a fare insieme attività più complesse del previsto. Erano così anche in classe ed è bello che la distanza non abbia per nulla cambiato il loro approccio. Quando si collegano dico sempre “benvenute ragazze” malgrado i loro sette anni di età ma percepisco il loro entusiasmo nell’essere considerate già grandi. Ed è stato il gruppo del sabato a chiudere le lezioni di quest’anno. Ho detto loro di fare buone vacanze e di tenersi pronte per la seconda. Già non vedo l’ora di rivederle, qualunque formula adottata per ripartire andrà benissimo comunque.

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