una foto che spacca

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Noi docenti tuttofare oltre a insegnare, produrre tonnellate di relazioni di fine anno, allestire e gestire piattaforme digitali per la didattica a distanza da soli per tutto il comprensivo infanzia – primaria – secondaria in cui insegniamo, fornire help desk informatico 24x7x366 (viviamo in un anno bisestile) a colleghi che sbagliano, gestire il sito della scuola, aiutare la segreteria con svariati interventi sul registro elettronico, supportare la dirigente in millemila modi, siamo anche creativi e, nei tempi morti, ricopriamo anche il ruolo di grafici.

Quest’anno il Covid-19 ci ha anche tolto la gioia della foto di classe, una cosa a cui non rinuncerei mai per nulla al mondo. E pensare che ci sono persino genitori che invece sono contrari a queste iniziative piccolo-borghesi. Io nelle foto mi metterei sempre in prima fila, insieme ai bambini più bassi, quelli che i fotografi posizionano seduti davanti tanto se li metti in piedi non si nota la differenza. Il giorno prima della foto vado a tagliarmi i capelli e poi mi presento a scuola con la camicia. Quando il fotografo ci dice di stare fermi sorrido così tanto che mi si apre la faccia in due.

Quando è stato il momento della foto di classe e quando è risultato chiaro che quest’anno sarebbe saltata, famiglie e bambini sono andati nel panico e hanno chiesto aiuto. Ho cercato in rete qualche escamotage ma non ho trovato granché. Cercavo un modo simpatico per impaginare i ritratti dei bambini che mi sarei fatto inviare ma non volevo rischiare l’effetto calendario o, peggio, quello delle figurine. Anche se, lo ammetto, l’idea di far indossare ai bambini una maglietta sportiva e poi ricreare una pagina di un album vintage dei calciatori delle edizioni Panini l’ho tenuta in considerazione.

Quindi sono andato sul mio sito di fiducia per la ricerca di immagini vettoriali e ho trovato uno scuolabus. Ho pensato subito al concept: dopo mesi chiusi in casa è l’ora di partire tutti insieme per una gita! Anche perché, come la foto, anche l’uscita didattica è stata rimandata al prossimo anno. Ho chiesto ai genitori le foto dei figli dando precise istruzioni sul modo in cui riprenderli. Naturalmente in pochi hanno letto accuratamente le indicazioni, ma questo lo davo per scontato, comunque ci ho provato.

Ho ricavato un autobus a più piani dall’immagine di partenza e poi ho posizionato bambini e insegnanti al finestrino con Photoshop. Quindi ho mandato il tutto a Snapfish che, per meno di un euro a copia, mi ha restituito ventinove foto 30×20 stampate su carta lucida. Nel frattempo, la collega di arte aveva chiesto ai bambini (e ai genitori) di preparare la cartelletta per contenerle, quelle che i fotografi specializzati nelle foto di classe ti danno insieme alla stampa. Ognuno si è dotato di un cartoncino A3 – piegato in due A4 – sulla cui copertina ha disegnato il tema scelto. Abbiamo chiesto quindi di tagliare di un cm in larghezza la foto (altrimenti sarebbe risultata troppo larga) e alla fine tutto è riuscito perfettamente. Qui sotto vedete com’è venuto il fotomontaggio, ovviamente con foto finte. Speriamo che, il prossimo anno, non ce ne sia bisogno.

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