piazza di pan di spagna

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Quelli che segavano in due le navi da crociera per aggiungerci un pezzo in mezzo per aumentarne la capienza e poi saldare il tutto e rimetterla in acqua come se niente fosse non sono nulla in confronto al progetto delle studio ingegneristico di grido che ha trovato la formula per risolvere i problemi di Roma.

“Roma Pan di Spagna” non è semplice da spiegare, un modello virtuale in 3D sarebbe più efficace di mille parole, ma proviamoci lo stesso.

Fase 1: si scava un solco – d’altronde, Romolo e Remo ci avranno pur lasciato un’eredità – lungo tutto il perimetro della città metropolitana di una profondità necessaria a non correre il rischio di trovare insediamenti o reperti archeologici in grado di arrestare qualunque iniziativa di ammodernamento. Solo terra, rocce e acqua. Niente trippa per tombaroli.

Fase 2: attraverso un sistema di talpe scavatrici smart comandate da superficie si scavano una serie di sottili gallerie in modo da creare un fitto reticolato di linee perpendicolari che vanno da nord verso sud e da est verso ovest.

Fase 3: ancora grazie alle talpe smart si conducono milioni di cavi di acciaio resistentissimo che partono dal solco periferico e si insinuano lungo le gallerie scavate in modo da formare una piattaforma a maglie strettissime in grado di sostenere il peso di tutta la città.

Fase 4: tramite un sistema di trazione realizzato ad hoc si tirano i cavi di acciaio dall’esterno in modo da sollevare tutta Roma come se fosse la metà superiore di un Pan di Spagna pronto per essere farcito.

Fase 5: ed eccoci finalmente alla farcitura del Pan di Spagna. Nel sottosuolo di Roma, al di sotto di tutte le stratificazioni urbane che si sono sovrapposte nei secoli, si spalma uno strato di infrastrutture hi-tech composto da una rete capillare di trasporto su rotaie e stradale, un po’ come si fa con il pavimento flottante degli uffici in cui si fanno passare sotto tutti i cavi in modo da non avere niente di intralcio.

Fase 5bis: mentre gli ingegneri farciscono il Pan Di Spagna, geologi e archeologi passano ai raggi x Roma dal di sotto e individuano ville, case, necropoli, templi e tutto quello che può essere portato alla luce e recare vantaggi turistici alla capitale.

Fase 6: si posa Roma sullo strato intermedio di infrastrutture, con tutti i crismi per collegare la farcitura con la superficie, e il gioco è fatto. Durante il processo di levitazione che solleverà la città metropolitana di almeno un centinaio di metri, si potrebbero avere dei lievi mutamenti climatici dovuti alla nuova altitudine, ma tanto la temperatura si è già alzata ovunque quindi qualche grado in meno non potrà che far piacere ai romani. E comunque Roma non sarà più la stessa. 

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