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Con tutti i quant’altro che diciamo stiamo riempiendo il nostro paese meraviglioso, lo stesso in cui ci troviamo come ci ricordano quei cartelloni kitschissimi e incorniciati che vediamo agli Autogrill, di discariche ormai traboccanti di tutto quello che non ci dilunghiamo a elencare. Riusciamo a esemplificare facendo una lista di uno, due o massimo tre voci, poi un po’ perché non abbiamo tempo da perdere, un po’ perché non ci viene in mente più nulla, quindi per evitare una brutta figura perché non sappiamo più andare avanti ci mettiamo un bel è così via o eccetera, sotto la forma più di moda del quant’altro, e togliamo le castagne dal fuoco. Ma le parole sono importanti, per alcuni, o sono macigni, per altri. E quello che diciamo, quando si accorge di non essere desiderato, grida vendetta contro gli esseri umani che l’hanno tirato in ballo e si trasforma in rifiuto indifferenziabile e indifferenziato che va ad accumularsi nella spazzatura, nelle discariche e quant’altro. Salvate il pianeta: limitatevi a un paio di punti nei vostri elenchi, d’altronde less is more, e quello che non trovate nel vostro pensiero organizzato lasciatelo agli altri che fanno fatica a trovarne anche uno solo, di esempio, a partire da me.

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