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Se le più note composizioni per pianoforte di Satie risolvessero problemi di stitichezza a causa della loro inascoltabilità, il titolo di questo post sarebbe perfetto e spero abbiate colto il magistrale gioco di parole. Invece, da che mondo è mondo, le tre incantevoli “Gymnopédies”, rispettivamente n. 1 “Lent et douleureux” in Re maggiore, n. 2 “Lent et triste” in Do maggiore e n. 3 “Lent et grave” in La minore, sono usate in ambienti e contesti diversissimi tra di loro come musica da relax. La scuola italiana è piena di docenti che le mettono di sottofondo durante le ore di arte e immagine, mentre i bambini rovesciano bicchieri colmi d’acqua per pulire i pennelli sui banchi e in terra, nel bel mezzo di un disegno con le tempere o gli acquerelli. Oppure durante qualunque altra attività che necessiti di calma e concentrazione grazie a un approccio musicoterapico entry-level, da università della vita o, peggio, da gruppi Facebook di mamme scettiche sulla didattica tradizionale. Il fatto è che le tre incantevoli “Gymnopédies” – che adoro e che ogni volta che le ascolto mi viene da improvvisare un balletto da étoile del Balletto dell’Opera di Parigi – più che rilassare l’ascoltatore lo fanno addormentare. Anzi, faccio coming out: mi fanno crollare ovunque mi trovi. Sono la migliore ninna nanna sul mercato, altro che musica evocativa per artisti in erba. E finalmente ho trovato qualcuno che mi dà ragione: il nuovissimo spot di Sognid’oro Camomilla ha scelto proprio uno dei brani di Erik Satie come colonna sonora per il sonno a prima vista. Confermo. Mi bastano solo le prime note e improv

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