l’assedio

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Peggio di un trasloco c’è solo la combinazione estate più calda di sempre più lavori del 110%. Dal balcone di casa mia osservo avanzare inesorabilmente i ponteggi che, nel giro di due giorni, raggiungeranno il mio piano, lo fagociteranno e lo oltrepasseranno sino a ricoprire l’intera superficie esterna del condominio in cui si trova il mio appartamento come in un film dell’orrore, anche se potrebbero sembrare di più le riprese dell’assedio di un castello dell’antichità.

Un’installazione che, una volta impacchettata con i teli anti-polvere, anti-calcinacci e anti-tutto, sarà degna di un’opera d’arte di Christo. Vista in quest’ottica, ci sono città che sembrano veri e propri musei outdoor di arte contemporanea, considerando il proliferare dei cantieri. Ho un amico architetto, per il quale il superbonus è più che una manna dal cielo, che mi ha fatto riflettere sull’iniziativa da un punto di vista a cui non ero arrivato, da solo. Sostiene che, malgrado possano apparire come opere unicamente a vantaggio dei proprietari di immobili, in realtà le riqualificazioni dei condomini privati sono a beneficio di tutti. Dei risparmi energetici che consentiranno ne raccoglierà i frutti l’intera collettività e, soprattutto, i nostri figli. E lo so, fa un po’ ridere ma ve la riporto as is.

Il fatto è che se vivete dentro a una di queste performance edilizie sono certo che, come me, avrete la sensazione di trovarvi in un cerchio dantesco. I lavori del 110% nell’estate più calda di sempre significa smantellare i condizionatori e tapparsi in casa. Chi pratica il telelavoro scoprirà che trapani e martelli non rendono certo smart l’esperienza di produttività domestica e si precipiterà a gambe levate ad affrontare i ritardi dei mezzi per raggiungere a tutta birra l’ufficio.

Il balcone, che in estate è la zona di casa mia più frequentata, a breve sarà impraticabile. Abbiamo già sgomberato le piante e il tavolo su cui pasteggiamo nella speranza di trovare un po’ di ristoro dall’afa. La lettiera della gatta è tornata dentro e la libertà di girare conciati come si vuole o nudi per casa ora è fortemente limitata dal continuo passaggio dei carpentieri.

Ma ci sono conseguenze molto più serie. Gli interventi cosiddetti trainati ci costringeranno a disallestire intere pareti per permettere la realizzazione di tracce e impianti, a partire dal muro del salotto su cui poggia il mobile – il mio regno – che contiene l’impianto stereo e la mia collezione di ellepì. Questo significa che, a valle di tutto, ci sarà un terzo tempo in cui saremo costretti a pulire casa da cima a fondo e tinteggiare i vani.

Per questo vorrei chiudere gli occhi e svegliarmi tra sei mesi, quando si prevede che sarà tutto finito. Io, vi confesso, non mi sarei mai imbarcato in un’impresa di così vasta entità. Passo moltissimo tempo in casa e non poterne usufruire mi comporta un disagio senza confronti. Non so davvero che pesci pigliare. Vedere una delle cose a cui tengo di più oggetto di una ristrutturazione che la debiliterà per così tanto tempo (e che sono certo ne migliorerà il valore ma a quale prezzo) mi fa star male.

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