constatazione amichevole

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I testimoni oculari sono pronti a confermare la loro deposizione, qualora fosse necessario. Il signore con il completo blu è uscito in retro dal parcheggio al volante della sua Fiat gigantesca (quella specie di furgone che spacciano come fuoristrada) e ha agganciato con il paraurti quello della Chevrolet a fianco che, per un curioso sistema di pezzi agganciati e saldature varie, ne è uscita scorticata come un crostaceo a cui cade l’intero carapace. Il proprietario della Chevrolet – o di quello che ne è rimasto – è uscito di corsa dal bar in cui degustava un marocchino e una pasta alla crema e ha inveito decisamente in eccesso nei confronti del signore con il completo blu che, sgomento dal danno provocato, sembrava esitare in una sorta di trance dentro l’abitacolo della sua Fiat. Fino a quando è sceso, si è lasciato travolgere da una valanga di insulti dalla controparte dall’alito intriso di colazione, quindi si è voltato a osservare la campana della chiesa di fronte anche se non suonava, ha estratto una rivoltella di piccolo calibro da sotto la giacca del completo blu e si è sparato alla tempia, rimanendoci sul colpo. Io sono tra quelli che si sono chiesti se l’assicurazione paghi lo stesso l’automobilista danneggiato in questi casi. Ma ai carabinieri, intervenuti in tempo record, sono state riferite le più disparate interpretazioni, anche se non ce n’era bisogno e i fatti erano abbastanza incontestabili. Il mondo è pieno di persone convinte di essere i depositari della verità sulle macro-questioni decisive come la religione, la guerra e la pace nel mondo, l’ambiente e perché la gente pone fine volontariamente alla propria vita. Nulla di paragonabile a chi va divulgando l’algoritmo che spiega le code in autostrada: basta uno che fa una frenata, quello a fianco suona, rallenta e si mette a guardare, la macchina dietro mette la freccia per uscire verso l’Autogrill e il gioco è fatto: dieci km di mezzi su gomma di ogni foggia si bloccano formando il serpentone più odiato della storia che separa gli ultimi della fila svariate ore dal rientro domestico. Ma per farvi capire quanto mi ha sconvolto la cosa, sappiate che poco dopo ho rischiato di fare il pieno di diesel a una macchina a benzina. Ho estratto anche io la pistola, ma quella della pompa self service che era già in piena erogazione dentro al serbatoio, perché mi era sembrato di aver commesso uno degli errori più fatali della storia dell’umanità: sbagliare il rifornimento di carburante a quattro ore di distanza da casa di un’auto che non è la tua.