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Non conosco nessuno vecchio come me. Al massimo so di qualcuno che è nato nel 68, un anno dopo, e quando ci confrontiamo sull’età, mosso da quella pietà che ci pervade quando cerchiamo di non far pesare la nostra fortuna sul prossimo – in questo caso la possibilità, almeno sulla carta, di sopravvivere un anno in più – si dice che, anno più anno meno, siamo praticamente coetanei.

Poi so di una nutrita schiera del 72. Gente che ho iniziato a frequentare presto, quando già di quelli vecchi come me non c’era più in giro nessuno. Forse me li sono bruciati proprio allora. Senza che me ne accorgessi erano già spariti nelle loro cose importanti. Gli esami di ingegneria o di medicina, farsi una famiglia, una casa per vivere in autonomia, soprattutto una carriera, una specializzazione post-laurea, una fuga con il loro cervello in paesi in grado di offrire più opportunità. Oggi però inspiegabilmente le persone del 72 sono diventate rarissime, e quando entro in contatto con una di loro mi dico che non mi è andata poi così male. Sono quelli che hanno imparato da soli a sviluppare programmi con i primi rudimentali computer casalinghi e l’informatica, probabilmente se li è portati via in una delle tante silicon valley del nostro continente. Ma li vedo in foto e penso che sono imbolsiti tanto quanto me.

Da allora ho assistito a un proliferare di colleghi nati almeno dieci anni dopo, una cifra tonda che tutto sommato ho sempre ritenuto rassicurante. Non la trovavo poi così particolarmente ostica ed era decisamente molto più facile da spiegare agli altri. Quei dieci anni secchi in meno erano visti addirittura con benevolenza, per non parlare di quella volta di cui sembrava persino opportuno che mi vantassi perché, in ambito avventure amorose, si tratta di una differenza di età poco significativa vista dall’interno – 34 io, 24 lei – ma che, all’esterno, dava adito a una certa autorevolezza. A me certe storie con così ampio scarto però fanno riflettere: da vecchio ti ritroverai un partner ancora giovane e appetibile al tuo fianco, che non ci metterà molto a tornare sui suoi passi.

In questa fase della vita, poi, è meglio non tenere conto delle differenze di età. Sposini che acquistano appartamenti nel tuo palazzo nati quando tu eri già un professionista affermato, per non parlare delle colleghe insegnanti precarie reclutate attraverso le messe a disposizione che nemmeno hanno ancora terminato gli studi e hanno trent’anni in meno e un’età che secondo me è inventata di sana pianta, non saprei dare altre spiegazioni.

Per fortuna, il responsabile di questa catastrofe in grado di mettere a rischio la sopravvivenza del genere umano (e le cose come le abbiamo sempre conosciute) è stato finalmente individuato. C’era un problema di logica, nelle ultime prove invalsi di seconda elementare. Chiedeva:

La differenza di età tra Chiara e sua figlia Giulia è di 30 anni. Fra 20 anni quale sarà la differenza di età tra Chiara e sua figlia Giulia?
A. 10 anni
B. 20 anni
C. 30 anni
D. 40 anni

Nono stati pochi i miei bambini che sono andati in tilt nella risoluzione. Ma i calcoli non c’entrano. La loro strategia, basata sulla errata consapevolezza che papà e mamma vivranno tutta la vita con l’età che hanno ora che loro sono piccoli, si è dimostrata fatale.

Qualcuno di loro ha scardinato un rapporto matematico che è fisso e la conseguente consuetudine anagrafica che, fino a pochi mesi fa, si reiterava presso gli esseri umani da milioni di anni. E oggi ognuno fa quel cazzo che vuole. C’è chi si ferma, chi torna indietro, chi indossa abiti da adolescente pur essendo prossimo alla pensione. Io, come vedete, mi sono limitato a qualche ricerca su Facebook, non saprei come approfittare di questa sorta di condono universale diversamente.

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