Voglio acquistare quel numero della Settimana Enigmistica in cui, nella celeberrima rubrica “Strano ma vero”, ĆØ pubblicata la notizia secondo cui sembra essere in crescita il numero di adulti tra i 20 e i 40 anni che sono vittime di espressioni di incredulitĆ da terzi nei casi in cui rivelano di essere sposati o avere dei figli. Ho assistito a una specie di ribellione contro un’isterica che ĆØ riuscita a parlare con un amico immaginario dall’altra parte del suo auricolare per una quindicina di fermate dall’estremo sud agli antipodi settentrionali della metropoli, e tutto perchĆ© ha il vizio di sedersi nel vano superiore dei treni ad alta frequentazione dove all’ora del rientro ci sono tutti i manovali dell’est che, rientrando dai cantieri di Milanofiori, prendono l’aperitivo con la birra quella con il simbolo dell’euro sopra, che dev’essere la non-marca più a buon prezzo del supermercato, e qualche fonzie tarocco acquistato alle macchinette della stazione. Io la capisco, si tratta di una fobia plausibile che ti spinge alla conversazione estrema per avere un testimone in caso di approccio o di molestia, anche se i manovali a metĆ bottiglia si abbioccano, e come biasimarli. Ne consegue che nel frattempo l’isterica ci prende gusto alla conversazione fantasma – ci sono tutti gli indizi, a partire dai tempi di alternanza delle battute, troppo poco credibili fino al monologo verso il finale con il quale stacca ogni possibile concorrente – e il resto dei passeggeri ĆØ costretto a soverchiare il tono con qualunque mezzo, lettura a voce alta della Settimana Enigmistica compresa, ci siamo capiti.
Mi piacerebbe quindi che si trattasse di quella copia finta che avevo stampato con me in copertina, la foto in bianco e nero con la cravatta vintage che qualcuno mi ha scattato al matrimonio di mia cognata, ma poi capisco che non ĆØ possibile, e comunque, a parte il fatto che non sfiguravo per nulla nel ruolo di quindici orizzontale, non ĆØ uscita dall’ufficio in cui lavoravo allora. Ma il punto ĆØ che quella spigolatura che ĆØ davvero degna di nota mette a nudo un pregiudizio secondo cui si dĆ per scontato che alla fascia di etĆ più bistrattata degli ultimi anni, con la scusa dei contratti farlocchi e dei socialcosi, non gliene importi nulla di prendere marito o moglie e, soprattutto, di riempirsi la vita con i figli. Io non la penso cosƬ, il mondo ĆØ pieno di community manager che schedulato l’ultimo tweet devono ricordarsi di passare in farmacia a prendere l’olio per frizionare le gambe della secondogenita che, in preda ai dolori della crescita – c’ĆØ poco da ridere, ne ho sofferto anch’io – ha bisogno di massaggi prima di addormentarsi. E poi perchĆ© vi stupite se c’ĆØ chi non si omologa al trend di imbarcarsi in quel modo che non ha senso di esistere di acquistare biglietti di voli per mete casuali e in giorni improbabili solo perchĆ© costano meno che una pizza margherita. Ne esistono molti, sapete, che non possono prevedere come possono stare le cose nel giorno della partenza. Basta una febbriciattola o un malattia esantematica perĀ far saltare persino un apericena.
E anche in questi nuclei famigliari di giovani che hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco, a questi eroi del quotidiano resta il dubbio dei silenzi quando tutti sono addormentati, ciascuno esausto per le proprie fatiche proporzionali all’etĆ e quindi alla propria resistenza, certo. Nel vuoto cosmico della pianificazione delle attivitĆ per il giorno successivo – nulla che vada al di fuori dell’economia domestica, sia chiaro – solo il frigo con quel sistema che poi non lo devi più sbrinare emette un sottile codice morse che solo l’assonanza con l’acufene ne consente la percezione, l’elettrodomestico più elettronico di tutta la casa che ancora a mezzanotte cerca di dirci qualcosa, un segnale che facciamo presto a dimenticarci ed ĆØ per questo che ĆØ sempre utile segnarselo qui. Dovremmo ringraziare il frigo no-frost, quindi, chiudendo un occhio sulla stima dei decibel non rispondenti alla realtĆ con cui ĆØ stato venduto, ma almeno per la fatica da cui ci solleva, ad ogni etĆ , che poi ĆØ il vero senso per ilĀ quale ĆØ stato progettato.