sotto pressione

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Il regalo più utile che ho ricevuto per il mio compleanno – lo scorso dieci di maggio – è stato quel telecomando che ho da tempo nella wishlist e che, da quando ne sono in possesso, qualche giorno fa, permette finalmente anche a me di spegnere e accendere i semafori quando il sensore di cui è provvista l’app collegata – installata sul sistema di infotainment della macchina – ne rileva appunto la presenza a qualche decina di metri di distanza. Al secondo posto di questa classifica, ma potrebbe tranquillamente stare a ex aequo con il telecomando, c’è la carta di credito di cartoncino blu che ha fatto in esclusiva per me Erik. Non solo. Proprio ieri ha chiuso il cerchio, corredando il regalo di un elegante porta carte – questa volta tutto nero – realizzato con i rimasugli dell’ultima attività di arte.

Anzi, la penultima, a essere sinceri. Per chiudere l’anno e la quinta mi sono messo in pista con la realizzazione di un video emozionale in cui ho chiesto ai miei bambini di rispondere ad alcune domande strappalacrime. Con il girato preparerò un montaggio con una di quelle musiche che si usano negli spot per commuovere le persone, come se i bambini che parlano della loro esperienza alla primaria non fosse abbastanza, pensavo a una cosa tipo “Porcelain” di Moby, avete presente? Li ho messi in guardia chiedendo di dare il massimo perché il video, come tutti i prodotti digitali, rimarrà per sempre e non si distruggerà mai. Quindi, tra dieci o venti o trenta o quarant’anni, se non si impegnano abbastanza o non riescono a controllare la stupidera e rideranno durante le loro dichiarazioni o anche se solo diranno delle sciocchezze, il video sarà ancora a disposizione di tutti, da qualche parte, e qualcuno potrà farsi gioco di loro.

Erik, che con tutti i problemi che ha non è che abbia tanto per la testa di confidarsi con il prossimo, tanto meno davanti a una telecamera, ha confermato di avere molta paura della scuola secondaria che lo attende dopo l’estate. Che poi, voglio dire, i compagni che troverà saranno più o meno quelli che conosce. Siamo un comprensivo di paese, è chiaro che dall’infanzia alla terza media gli studenti sono gli stessi e si rimescolano passando da un ordine all’altro. Mi hanno trasferito tutta l’agitazione ed è una cosa che, a scuola, non dovrebbe accadere. Per fare quello che non si lascia coinvolgere da queste cose ho già creato la cartella sul mio drive “Anno scolastico 24/25” e ho cominciato a segnarmi un po’ di cose da preparare per la mia futura prima, il mio secondo ciclo che inizierà a settembre. Ma questo non è bastato a sedare l’ansia per il fatto che i bambini che ho preso e accompagnato fino a qui se la caveranno egregiamente anche senza di me, nel mondo. Sarà anche per questo che, dalla settimana scorsa, la pressione mi è schizzata alle stelle. Ho tagliato caffè, birra e schifezze varie e in parte la situazione sembra migliorata. Mi sparo di certe dormite che non avete idea. Mi addormento profondamente e non mi sveglio fino alla mattina. Poco fa però ho notato una venatura sullo schermo del mio smartphone e mi sono agitato di nuovo perché ho sostituito il vetro, per lo stesso motivo, poco più di 12 mesi fa. Allora ho fatto di tutto per calmarmi, e quando ho osservato nuovamente il telefono, mettendomi sotto la luce naturale della finestra e orientandolo in modo da sfruttare l’angolazione migliore, la venatura non c’era già più.

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